Perché voglio abbandonare i social network
Nell'era digitale in cui viviamo, i social network hanno giocato e continuano a giocare un ruolo fondamentale nella connessione e nell'interazione delle persone in tutto il mondo.
C’è un però, abbiamo visto come negli ultimi 10 anni la pervasività nella nostra vita dei social network, anche grazie agli smartphone, ha rappresentato non solo una possibilità concreta di comunicazione con chi è più lontano, ma anche e soprattutto una progressiva escalation verso una relazione sempre più aggressiva nei confronti dei destinatari delle nostre discussioni.
Le grandi Big Tech, da quando i social sono stati diffusi, hanno costantemente lavorato per ampliare i loro guadagni, introducendo algoritmi di profilazione e di monetizzazione, rendendo le piattaforme dei grandi centri commerciali online.
Algoritmi che sono stati sfruttati da aziende di tutto il mondo per generare introiti, costruiti sulla speculazione dei peggiori istinti umani; Cosa comporta tutto questo? L’esaltazione del conflitto, della polemica, del bullismo, tutte strategie messe in campo per monetizzare sulla pelle di tutti noi utenti.
Ma c’è anche un altro risvolto, ancora più drammatico; Cioè la continua opera di inquinamento delle democrazie, operata costantemente da chi sfrutta il funzionamento intrinseco dei social per convogliare e gestire il consenso.
Durante il 2018, uno degli scandali più controversi che ha colpito Facebook e ha gettato ulteriore luce sulle problematiche etiche legate ai social network è stato quello riguardante Cambridge Analytica(1).
Questa società di analisi dei dati ha avuto accesso improprio ai dati personali di milioni di utenti di Facebook, sfruttando queste informazioni per influenzare il comportamento degli elettori durante le elezioni americane del 2016 e supportare la campagna di Donald Trump per la Casa Bianca.
Il caso Cambridge Analytica(1) ha scosso profondamente l'opinione pubblica, dimostrando la mancanza di controllo e di responsabilità nell'utilizzo dei dati degli utenti da parte delle grandi piattaforme social.
L'azienda aveva creato un'applicazione di sondaggi chiamata "This Is Your Digital Life", che ha raccolto non solo i dati degli utenti che vi hanno partecipato, ma anche quelli dei loro amici su Facebook, senza il loro consenso.
I dati raccolti in modo ingannevole e abusivo sono stati utilizzati per creare profili psicografici degli utenti, sfruttando la loro personalità e i loro interessi per veicolare messaggi altamente mirati durante la campagna elettorale. Questo approccio ha permesso di influenzare le opinioni e i comportamenti degli elettori, sfruttando il tracciamento sistematico delle loro abitudini e preferenze.
La diffusione di notizie false, i contenuti ingannevoli e il targeting mirato hanno alimentato la propagazione di disinformazione e hanno contribuito a polarizzare ulteriormente l'opinione pubblica durante la campagna elettorale del 2016, contribuendo in modo significativo, secondo molti analisti, alla vittoria di Donald Trump.
Tutto questo naturalmente ha riacceso nell’opinione pubblica, forse per la prima volta, una particolare attenzione al concetto di privacy.
Il costante monitoraggio delle attività degli utenti, la raccolta e l'utilizzo dei dati personali a scopo pubblicitario o persino politico hanno suscitato preoccupazioni e disapprovazioni. Il fatto che queste grandi piattaforme siano in grado di tracciare ogni movimento, interesse e connessione degli utenti ha messo in discussione la fiducia nella protezione dei dati personali.
Da qui la nascita di una crescente sensibilità verso l'etica digitale. Tant’è che alternative concrete già esistono da alcuni anni e sono state scelte da milioni di utenti in tutto il mondo.
Tutto sta ad abbandonare la profonda pigrizia in cui le grandi Big Tech Corporation ci hanno pazientemente abituato. Ricominciamo ad esplorare il mondo digitale intorno a noi e scopriremo che internet non è quello che Meta o Google vuole che sia; Ma anzi è un mondo dove è possibile trovare social network alternativi, spogliati di tutti i meccanismi tossici che ho appena descritto in questo articolo.
Io personalmente sto dicendo addio a Facebook, Instagram, Whatsapp (che devo essere sincero non ho mai utilizzato granché) e mi sto affacciando all’utilizzo quotidiano di nuovi strumenti.
La caratteristica più importante di queste piattaforme è che sono decentralizzate, cioè i server che ospitano questi servizi, sono diffusi e possono essere messi a disposizione da chiunque, limitando fortemente la possibilità che finiscano in mano ad una sola azienda; Inoltre sono privi di algoritmi di monetizzazione o di incentivo alla polemica, coltivando un ambiente sano e libero da bullismo e maleducazione.
Alcuni esempi più famosi sono Mastodon, Pixelfed e Peertube.
Se volete iniziare ad esplorare questo nuovo mondo, mi trovate su Mastodon cercando questo account: @FedeRinaldi83
E se volete comunicare con me in alternativa a Whatsapp mi trovate su Matrix aggiungendo questo account: @federicorinaldi:matrix.org
Vi lascio qualche link per approfondire il tema:
1.https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Facebook-Cambridge_Analytica